Vigarano
12 Settembre 2020
De Michele, Zoboli, Orsini e Chiodi spiegano le motivazioni che le hanno spinte al gesto: "Per noi la politica deve essere al servizio dei cittadini". Le reazioni della Lega

Le dimissionarie contro Paron: “Le belle parole non hanno avuto riscontro nella realtà”

di Redazione | 5 min

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Da sinistra: Malaguti, Orsini e Zoboli

di Davide Soattin

Vigarano. A ventiquattro ore dalla notizia delle loro dimissioni, e di quelle di Simone Malaguti dal ruolo di segretario del Pd, Agnese De Michele, Elena Zoboli, Mariasole Orsini e Barbara Chiodi, rispettivamente due assessori, capogruppo e consigliere di maggioranza del Comune di Vigarano Mainarda, hanno deciso di rompere il silenzio e lo hanno fatto attraverso un comunicato congiunto.

Una prese di posizione netta, decisa e diretta, attraverso cui sono si sono analizzate le tappe cruciali che hanno portato al gesto da parte di quello che si può considerare come lo zoccolo duro della seconda legislatura Paron: “I malumori all’interno della maggioranza sono emersi da lunga data, infatti è sotto gli occhi di tutti che da quando il primo cittadino è presidente della Provincia ha creato un’assenza istituzionale al Comune di Vigarano, portandoci così a sprofondare sempre di più nella spirale della crisi e nell’immobilismo totale”.

Gli assessori Zoboli e De Michele hanno “più volte segnalato le criticità e, per sopperire all’assenza prolungata del sindaco, si sono anche sostituite a quest’ultimo in quelle che sono le sue competenze ma non c’è stato il minimo interesse da parte sua, nel tempo, a cercare di trovare soluzioni serie che permettessero al paese di risollevarsi, soprattutto in campo economico, vista la difficile situazione di bilancio denunciata dagli ormai ex assessori, anche attraverso lettere al sindaco debitamente protocollate”.

Il comunicato prosegue: “Anche la capogruppo Orsini da tempo sottolineava diverse criticità e mancanza di comunicazione, oltre la difficoltà per cui la condivisione delle scelte che venivano presentate “a cose fatte”, come ad esempio il caso Zaniboni. In tutto questo tempo, il sindaco non ha dato nessuna risposta ai problemi del territorio. Primo tra tutti l’argomento scuole. Dal mese di aprile si era aperto un tavolo di lavoro, in comune, tra scuola, ufficio tecnico, gli assessori Zoboli, De Michele e la consigliera Chiodi per cercare di far fronte alle problematiche legate al Covid e si stava procedendo in una certa direzione. A fine agosto, il primo cittadino, che non ha mai partecipato agli incontri, ha voluto tranquillizzare i genitori affermando sui giornali che si era pronti a ripartire per il nuovo anno scolastico. Ma gli assessori, che ben conoscevano la reale condizione dell’avanzamento dei lavori, affidati in ritardo, hanno fatto un passo indietro non essendo, tra l’altro, una loro delega, potendo così solo constatare il desolante epilogo della situazione”.

E ancora: “Si è chiesto al primo cittadino di lavorare e impegnarsi su temi importanti, riguardanti soprattutto le sue deleghe come il verde pubblico, le strade, il bilancio, i lavori pubblici (come la riqualificazione di Vigarano Pieve) gli annosi problemi del polo scolastico e poi la pavimentazione della palestra Pasolini e il fabbisogno di personale dipendente comunale, la sospensione di progetti come le “Serate del cinema” e “Metropoli di paesaggio” che, pur essendo progetti apprezzabili, impegnano il Comune economicamente e con risorse umane che andrebbero impegnate per risolvere problemi prioritari per i vigaranesi. Paron si era impegnata per la risoluzione dei problemi, ma la maggioranza ha constatato, durante un incontro tenutosi il 31 di agosto, che nulla era cambiato. Il 1 settembre la capogruppo aveva chiesto un nuovo incontro urgente ma la disponibilità del sindaco non è mai arrivata”.

Le quattro dimissionarie hanno concluso: “Si è cercato più volte di stimolare la discussione politica e chiesto con grande forza un cambiamento immediato di rotta ma le belle parole non hanno avuto riscontro nella realtà. La decisione delle dimissioni è stata sofferta perché abbiamo dovuto scegliere se continuare a combattere per ottenere l’attenzione e la considerazione, rimanendo in carica, oppure rinunciare alla “poltrona”, nel rispetto della nostra coerenza, della fiducia che i cittadini hanno riposto in noi e della nostra dignità che mai nessuno potrà calpestare. Per noi la politica deve essere al servizio dei cittadini e perseguire il bene comune, la negazione dei problemi e i mantra li lasciamo agli altri”.

Seppur dal fronte opposto, sulla delicata vicenda si è espresso il consigliere regionale leghista, Fabio Bergamini: “Se non fosse un momento così drammatico, con i plessi scolastici da riorganizzare e risistemare, strade provinciali disastrose e sfalci dell’erba carenti, sarebbe quasi comico quello che sta succedendo a Vigarano, ma purtroppo non è così. Paron non ha mai voluto ascoltare ragioni ed è andata avanti per la sua strada, e ora è ad un passo dal commissariamento. Detto questo, vorrei ancora sottolineare che la provincia di Ferrara, con le sue competenze non può essere appesa ad un filo. Si assuma le sue responsabilità e tragga le conseguenze di quanto sta succedendo. I vigaranesi stanno assistendo ad uno spettacolo indecoroso. Vedremo di farlo finire tra un anno, quando con il voto dei cittadini manderemo finalmente a casa questa amministrazione ormai logora”.

Dello stesso avviso anche il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri: “Sono fortemente preoccupato per la situazione che la sinistra ha generato in Comune a Vigarano, destinata ad avere ripercussioni anche per la nostra provincia, di cui Barbara Paron è presidente. In un momento come questo la nostra comunità, che sta ancora facendo i conti con l’onda lunga di un’emergenza epocale e che sta cercando di rialzarsi dalla crisi, ha bisogno di istituzioni unite e solide, che lavorino fianco a fianco per un unico obiettivo: il bene e il futuro del territorio. La sinistra sta sacrificando invece il bene della comunità per le proprie diatribe interne. E questo è un atteggiamento da veri irresponsabili. Ricordo ancora quando Paron dichiarava in un video che sarei stato la peggior scelta per Ferrara e per i suoi cittadini, perché non avrei avuto una squadra solida, un gruppo unito che lavorasse per il bene dei  cittadini”.

Il primo cittadino ferrarese ha concluso: “Oggi mi spiace constatare che proprio dalla sua parte politica le divisioni interne e gli interessi particolari abbiano generato una crisi istituzionale, che la vede coinvolta e che rischia di avere ricadute negative per il territorio. Metto da parte tutte le offese ricevute fino ad oggi sul mio operato a Ferrara e a Bondeno, e offro il mio aiuto, la mia esperienza e tutto ciò che è in mio potere affinché si possa continuare a lavorare uniti per costruire e non per distruggere, per  vincere le sfide che stiamo affrontando e sostenere i territori nella ripresa. Non è il momento dei litigi interni. La sinistra metta in campo un briciolo di buon senso e di lucidità, senza sacrificare gli interessi della provincia per le proprie beghe interne”.

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